L'area archeologica della Villa dei Quattro Venti

L'area archeologica della Villa dei Quattro Venti

Sulla propaggine sud-orientale del promontorio, tra il centro storico di San Felice Circeo ed il Colle del Morrone, si estende l’area archeologica dei Quattro Venti.

Il complesso monumentale, costituito da due terrazze sostruite, realizzate con la tecnica edilizia romana dell'opus incertum, ricalca il progetto edilizio di un santuario di cui rimane ancora sconosciuta la divinità a cui era dedicato. Dalle ultime indagini, svolte da un’équipe di ricerca dell’Università La Sapienza di Roma tra il 2010 e 2013, è stato individuato un forte legame con la costa orientale e l’antico porto romano.

Nei secoli l’area è stata riutilizzata ed ha assunto nuovi funzioni rispetto a quella originaria. Nel XIX secolo il principe polacco Stanisalo Poniatoiwsky, che nel 1808 acquistò il feudo di San Felice Circeo dalla Reverenda Camera Apostolica, adibì la villa a frutteto, vigneto e giardino e vi fece erigere un’altana, progettata dall'Architetto Valadier, con funzione di osservatorio, che prende il nome di Torretta dei Quattro Venti, da cui la denominazione del sito archeologico.

A seguito di un accurato intervento di ripulitura dalla vegetazione che ne ricopriva i resti, l’area, da sempre chiusa al pubblico, nell’agosto del 2014 è stata resa fruibile attraverso visite guidate.

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