San Felice Circeo è stato frequentato da Neanderthal e da Homo Sapiens, che hanno lasciato tracce del loro passaggio di inestimabile valore.
Le numerose grotte che costellano il promontorio del Circeo hanno rappresentato veri e propri scrigni contenenti preziosissime testimonianze storiche. Tra le cavità naturali oggetto di ritrovamenti neandertaliani quella che possiede la maggior rilevanza scientifica è Grotta Guattari, venuta alla luce nel 1939, dopo essere stata sepolta da una frana che ne aveva sigillato l’ingresso ben 53 mila anni fa. Al suo interno fu rinvenuto, assieme a una gran quantità di ossa fossili di animali preistorici (iene, rinoceronti, ippopotami, elefanti, cervi, buoi primigeni, cavalli), il cranio di un Homo Neanderthalensis integro e in ottimo stato di conservazione, posto al centro di pietre disposte a forma di cerchio. L’eccezionalità della scoperta consisteva nell’aver trovato all’interno dello straordinario sito un paleo-suolo cosparso di resti mai calpestato dopo l’epoca preistorica, mantenuto vergine dalla frana, che, come una benedizione ne aveva preservato le caratteristiche inalterate nel tempo, rimanendo fermo nel tempo a ben 53.000 anni fa. A rendere lo scenario ancor più singolare il primo cranio di Uomo di Neanderthal ad essere rinvenuto quasi integro. Il reperto è attualmente conservato presso il Museo Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”.
Il convegno tenutosi a San Felice Circeo il 19 maggio 2019, dal titolo “Grotta Guattari: 80 anni dopo la scoperta, appunti e memorie”, ha anticipato alcuni dei risultati provenienti dai nuovi studi che sono stati condotti e sono tuttora in corso sulla datazione del deposito e del paleosuolo frequentato dalla iena, all’interno di Grotta Guattari. Il sito attualmente è visitabile tre o quattro volte l’anno, con tour organizzati dalla Soprintendenza dei Beni Culturali e gestiti dall’Associazione Pro Loco di San Felice Circeo e la Fondazione Zei.